Le testate prese in esame sono state sia le tradizionali (Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Il sole24Ore, Il Fatto Quotidiano, La Gazzetta dello Sport, Libero, Il Giornale, Il Manifesto e Avvenire) sia le digital (Fanpage, TGCom24, Today, HuffPost Italia, The Post Internazionale, Il Post, Blogo, Agi, Ansa e Linkiesta).
Il primo dato fondamentale emerso dall’osservazione è che le fanpage sono una vera e propria discarica di link per generare traffico sui siti (vince Il Giornale con 5.112 post in trenta giorni, pari ad una media di 170 post giornalieri.
Quanto all’engagement con i lettori è pressoché assente. La testata con il maggiore numero di risposte fornite alla community è La Stampa che nel mese osservato ha generato 55 risposte a fronte di 234.870 commenti. Segue Il Sole24Ore con 38 risposte e poi il Corriere della Sera con 35 risposte. Repubblica si ferma a 3 risposte pur avendo ben 485.746 commenti. HuffPost Italia, che conta 124.678 commenti ricevuti, non genera risposte così come Ansa, Libero e Linkiesta che ricevono rispettivamente 155.224, 22.077, e 7.687 commenti da parte delle persone.
Quali sono i commenti generati dai link pubblicati?
Nulla di rassicurante purtroppo. Si tratta di pensieri critici nei confronti delle testate e un sentiment prevalentemente negativo.
“Fake news” e “schifo” sono tra i termini più utilizzati. Non mancano epiteti offensivi alla categoria e al lavoro dei media. La community, evidentemente arrabbiata e perplessa, non viene per nulla gestita. Si tratta di parole che restano senza risposta quando potrebbero trasformarsi in opportunità per ascoltare il lettore, conoscerlo meglio e riuscire a dargli l’informazione che merita: un’informazione costruttiva e attenta.
L’intera indagine è disponibile sul Sito su DataMediaHub.[:]